OPC Nürburgring Edition
Poche regole: almeno 180 cavalli, 4 dischi e differenziale; via così. Il mercato offre poche scelte sul genere e con un budget tra i 4/5K bisogna valutare bene in qualibeghe ci potremmo andare ad imbattere. Qualcosa però sembra attirare la nostra attenzione, una sigla di tre lettere: OPC; sembra ci sia margine qui, andiamo a vedere. I modelli meno recenti vengono venduti in tempo zero, quindi serve qualcosa di meno popolare, di più ricercato.
Un Sabato d’inverno arriva la giusta offerta. “Ho una Ring edition in vendita, vuoi venire a provarla?”, che fai, ti privi di un’occasione del genere? Ovvio che la voglio provare. Quarantacinque minuti a bordo di una piccola Opel incazzata, verde cavalletta (Grasshopper Green, per far fede alla scheda ufficiale) e un budget ampiamente al di fuori dei limiti imposti dal portafogli, ma sai che c’è? È talmente bella che te la fermo oggi stesso; la voglio in garage entro primavera, per godermela tutta. Detto, fatto; a Marzo è già nel caldo garage di casa, pronta per farsi le scarpette nuove ed uscire a correre come una matta.
Sul misto è davvero molto precisa e tutte quelle storie di lavoro su sospensioni e reparto “stabilità” rispetto alle OPC di base erano vere, il valore aggiunto lo sentiamo. Sotto stress scarta di sedere, come le 106 e le Saxo degli amici del quartiere, quel bell’old school non troppo esagerato. Il differenziale ti tira dentro e t’intossica in queste strade tortuose, c’è da godere non poco dietro questo semplice volante. Frena di brutto, ma si riesce a modulare senza problemi, nessuna traccia di fading; ha il tetto alto, quindi beccheggia un po’, ma cosa le vogliamo chiedere, un assetto da WRC?
Non contenti della strada ci avviamo verso la pista per vedere se riusciamo a difenderci dalle più blasonate a quattro cilindri più “cavallate”: 1.24 basso a Modena e 1.33 a Castelletto di
Branduzzo entrambe sotto la pioggia. Va bene, stiamo iniziando a prendere confidenza con questo Hulk in miniatura e siamo felici così.
Qui su questi tornanti di montagna respiriamo a pieni polmoni la voglia di girare di nuovo la chiave e buttarci in strada. È stato bello raccontarvi questa storia, ma adesso lasciateci correre giù verso la città, che una nuova strada ci aspetta.
Fotografia a cura di Giorgio Saba.
Ottobre 1989, nato sbattendo la testa sul cofano di una vecchia Golf: da quel giorno, la passione per quattro e due ruote divenne la mia grande croce che tutt’ora porto con grande orgoglio e che ancora non mi fa dormire la notte. Guido una Mini che si rompe sempre e con lei racconto e scrivo un sacco di storie, ma ha anche dei difetti e ogni tanto la devo anche lavare.
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